lunedì 27 aprile 2015

Mamma a tempo pieno, eccomi sono io!

Leggendo alcuni post su internet, ho deciso di scrivere a mia volta un post sulla condizione della mamma che non lavora, o meglio mi sono sentita chiamata in causa, essendo io una "mamma a tempo pieno" e quindi ho deciso di dire la mia.
Avrete notato che ho evitato di usare l'espressione "mamma non lavoratrice" perché non mi piace per niente, la trovo una definizione abbastanza vuota e per nulla rispondente alla realtà. Preferisco definirmi "mamma a tempo pieno" o come diceva la protagonista di una pubblicità "gestisco una piccola ditta a conduzione familiare".
L'idea diffusa e per niente corrispondente alla realtà di una mamma che "cazzeggia" da mattina a sera perché deve soltanto occuparsi dei bambini e della casa, mi fa imbestialire parecchio.
Al di là del fatto che star dietro a dei bambini e alla casa tutto il giorno è un'occupazione a tempo pieno, non sopporto che tutto l'impegno, le innumerevoli soddisfazioni (che vanno di pari passo con alcune frustrazioni) vengano dati per scontati: hai deciso tu di fare la mamma e adesso vorresti anche i complimenti.
Nessuna mamma è in cerca di complimenti per il suo lavoro, lo fa e basta, però mi ritrovo spesso a dovermi giustificare per aver deciso di rimanere a casa a crescere i bambini.
Lo ammetto, sono fortunata ad aver avuto la possibilità di scegliere e sono ancora più fortunata perché la nostra scelta (mia e di mio marito) non è stata dettata dall'esigenza di risparmiare i soldi del nido (avendo i nonni in buona forma per occuparsi dei bimbi) o da altre contingenze, semplicemente abbiamo deciso che i bimbi avessero un punto di riferimento fisso che li seguisse ogni giorno nella loro crescita e che si adattasse in tutto ai loro orari e ai loro bisogni.
C'è da dire che mio marito ha una condizione lavorativa un po' particolare: non ha orari fissi o comunque non li ha per tutta la settimana e così io mi adatto anche ai suoi orari che cambiano giorno per giorno.
Ammetto anche che alla base della nostra decisione ci fosse la mia volontà di crescere i bambini in prima persona, senza delegare ad altri il compito, di esserci per loro al 100% (lasciando forse i nonni con il disappunto di non poter essere nonni a tempo pieno).
Mi rendo conto che la nostra scelta possa essere considerata controcorrente di questi tempi, ma mi chiedo perché debba essere per forza giudicata dall'esterno.
Il mio lavoro di mamma non sarà considerato al pari di un lavoro normale, non viene nemmeno retribuito, però è pur sempre un lavoro ed è un lavoro che impegna 24 ore su 24, ogni giorno della settimana. Ovviamente ci sono dei momenti in cui posso staccare dal ruolo di mamma (anche se non si stacca mai veramente), ma sono dei momenti che imparo a crearmi giorno per giorno, approfittando dei riposini dei bambini o di un momento di tranquillità o magari svegliandomi prima al mattino per avere un po' di "privacy".
Ammetto che per me sia indubbiamente più facile gestire famiglia e casa non lavorando rispetto ad una mamma che invece lavora anche fuori casa, ma bisogna anche ammettere che, per chi rimane a casa, le possibilità di staccare davvero si riducono al minimo, che non si riesce a contribuire alle entrate familiari e che la propria vita viene scandita dagli orari dei bambini (non più dai propri).
Non rinnego la mia scelta, non chiedo nemmeno di essere considerata più di quello che sono, però non sopporto che il mio ruolo venga sminuito perché non lavoro fuori casa.
Il mio lavoro di mamma viene dato per scontato, come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma poi non viene minimamente considerato al di fuori.
Poco importa se ci si impegna per organizzare al meglio la casa, se si cerca di risparmiare di qua e di là, se si cerca di crescere i bambini con dedizione...mi sento comunque considerata una "nullafacente".
Poco importa se nel mondo del lavoro (quello vero, mica quello che faccio io) le mamme vengono discriminate in quanto mamme e tutte queste storie fanno passare la voglia di affacciarsi su quel mondo.
Poco importa se stare a casa con i figli comporta anche delle frustrazioni e delle sconfitte che nessuno riconoscerà e comprenderà da fuori perché in fondo fare la mamma è così "semplice" e "facile".
Chiedo solo un po' di solidarietà a chi condivide con me il ruolo di mamma, lavoratrice o meno.
Tu che lavori, perdi dei momenti con i tuoi bambini, ma hai la possibilità di realizzarti al di fuori del ruolo di mamma, hai il "permesso" di sentirti stanca a fine giornata, puoi parlare con altri adulti, puoi vedere il mondo che va avanti, puoi uscire di casa e delegare ad altri il compito di stare con i bambini.
Noi mamme a tempo pieno non possiamo sentirci stanche, dobbiamo imparare a ritagliarci dei momenti per non sentirci solo mamme, urliamo dalla mattina alla sera per farci capire dai bambini e cercare di educarli un minimo, perdiamo la pazienza mille volte al giorno, rileggiamo lo stesso libro in continuazione (tanto da leggerlo senza nemmeno girare le pagine), viviamo di routine quotidiane che sono la nostra salvezza, ma che rendono le giornate ripetitive.
Non rinuncerei ai momenti con i miei figli, sono momenti preziosi che non torneranno e che ho la fortuna di vivere in prima persona ogni giorno, ma so che insieme a queste ricchezze mi sobbarco anche la frustrazione di essere "soltanto una mamma".

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