Tu che non smetti di parlare nemmeno quando ti stai addormentando.
Tu che usi pure i congiuntivi nel modo corretto.
Tu che ci fai perdere la pazienza con una facilità incredibile.
Tu che corri a consolare la tua sorellina appena piange e che dici di essere triste pensando di lasciarla a casa mentre sarai all'asilo.
Tu che fai il fratello maggiore, quello che cerca di insegnare alla sorellina come comportarsi.
Tu che ogni giorno vuoi scoprire qualcosa di nuovo.
Tu che non ti fermi mai, nemmeno quando mamma e papà ti pregano (urlano) di farlo.
Tu che 3 anni fa hai cambiato tutto e hai dato senso ad ogni giorno.
Tu che oggi cresci un po' di più.
La tua incontenibile curiosità, il tuo sorriso così disarmante, le cose che ti inventi per giocare.
Amore nostro, sei uno spettacolo pazzesco.
Il nostro piccolo ometto cresce e oggi compie 3 anni: 3 anni di pazienza persa e di dolci sorrisi, 3 anni di TE che hai dato un significato più profondo alla parola NOI...
Ti auguro di continuare a travolgere tutti con la tua curiosità e la tua vivacità, di non fermarti mai e di trovare chi avrà voglia di correre insieme a te!!!
Avere un bambino non ti cambia la vita...la stravolge del tutto! Piccoli consigli da mamma a mamma, ma soprattutto condivisione di esperienze perchè si impara a fare i genitori solo con l'esperienza...e a piccoli passi!
martedì 8 settembre 2015
3 anni di TE
mercoledì 29 luglio 2015
1 ANNO
Ed eccoci qui, 1 anno fa (meno qualche ora) venivi al mondo tu.
Hai fatto tutto in fretta (grazie di questo amore mio), non hai aspettato che mi mettessi nella posizione classica, non hai aspettato la dilatazione ottimale, non hai aspettato e basta. Sei arrivata da noi come un "drago", come ti ha simpaticamente ribattezzata la ginecologa.
Tu sei arrivata ed è cambiato tutto, tu ci hai resi ancora più famiglia, tu hai fatto diventare il nostro bimbo un fratello maggiore, tu hai riempito il nostro cuore ancor più di Amore.
Probabilmente sarò una delle poche miracolate mamme bis che trova meno stancante avere due figli invece di uno o più semplicemente ho avuto la fortuna di avere te.
Non so davvero come sia possibile che una bimba così piccola si adatti in tutto e per tutto ai ritmi di un bimbo più grande, che se ne innamori e lo cerchi come fai tu con tuo fratello.
Non riesco ancora a capacitarmi di come tu sia riuscita a non farmi cadere in depressione dopo il parto.
Tu, bimba mia, sei uno spettacolo, sei una forza della natura.
Alle volte penso che tu sia troppo calma e tranquilla per essere vera, ma poi mi ricordi che anche tu hai la tua voce e ti fai sentire, eccome se ti fai sentire.
Riesci ad essere un concentrato di dolcezza e determinazione che mi sorprende ogni giorno.
Con tuo fratello ho scoperto le gioie e le fatiche della maternità, con te ho potuto scoprire la semplice felicità di diventare mamma di nuovo.
Tu che a 1 anno sai già ascoltare e che ci guardi con gli occhi che sorridono, tu che hai dato un sapore diverso alla vita, più gustoso e più intenso, tu che riesci a esprimerti senza nemmeno parlare (c'è già un grande chiacchierone in casa).
Questi mesi sono volati e non mi sembra vero che oggi tu compia 1 anno...
1 anno di te, bimba mia, 1 anno di noi quattro...
Non posso fare a meno di sorridere con te, tu mi guardi e io sorrido...
Per questo tuo primo compleanno posso solo augurarti di continuare a guardare il mondo con gli stessi occhi e la stessa curiosità, di mantenere il tuo bellissimo e dolce sorriso.
Buon primo compleanno a te!
mercoledì 8 luglio 2015
Lo svezzamento dei miei bambini (non c'erano abbastanza post sull'argomento)
Ebbene sì, parlerò dello svezzamento dei miei bambini.
Partiamo dal presupposto che la mia pediatra ci ha lasciato giusto una pagina con qualche indicazione essenziale e ci ha elargito un paio di consigli sullo svezzamento per poi lasciare a me e a mio marito ampia possibilità di scelta e di manovra.
Altra doverosa premessa riguarda il fatto che abbiamo iniziato uno svezzamento precoce con entrambi i bambini: il mio bimbo più grande manifestava interesse e curiosità verso il cibo già a 3 mesi e così abbiamo iniziato poco prima dei 5 mesi. Allo stesso modo ci siamo mossi con la bimba più piccola, partendo con lo svezzamento intorno ai 5 mesi.
Se avessi potuto, avrei intrapreso volentieri la strada dell'autosvezzamento, ma con il primo bimbo non sapevo nemmeno che esistesse (salvo poi rendermi conto che in parte lo stavo attuando anche io) e con la seconda non ho avuto voce in capitolo, da quando è nata ha sempre deciso lei quanto e come mangiare (da sola si è staccata dal seno a 8 mesi e mezzo lasciandomi in crisi e pensare che avrei voluto proseguire l'allattamento almeno fino all'anno).
Fatte queste doverose premesse, racconto la mia esperienza (doppia) con lo svezzamento.
Non ho mai amato le pappine, le cremine e compagnia bella, ma ammetto di averlo utilizzate (mea culpa) all'inizio. Appena ho potuto, sono passata a far mangiare ai miei bimbi pastine o riso sempre accompagnati da verdure, carne o pesce o formaggi o qualunque altra cosa mi venisse in mente.
Non ho mai, e sottolineo mai, introdotto un alimento per volta, sarebbe stato impossibile e lo trovavo abbastanza inutile. Ovviamente non ho nemmeno esagerato introducendo troppi alimenti tutti insieme. Ho prestato attenzione agli alimenti più a rischio di allergie ed ho evitato quelli che consideravo poco salutari (cioccolato, salame, fritti)
Diciamo che la nostra linea guida è sempre stata il buon senso.
Per quanto possibile, abbiamo cercato di usare prodotti freschi, ma non abbiamo disdegnato neanche gli omogeneizzati (i primi mesi), ad un certo punto ho anche iniziato una modesta produzione in casa di omogeneizzati (degna di uno scaffale del supermercato).
Abbiamo assecondato il più possibile la crescita e la curiosità dei nostri bimbi, proponendo cibi vari e abbastanza sani (senza fritture, senza abbondare con i grassi, poco salati).
Appena è stato possibile, abbiamo iniziato a dare ai nostri bambini lo stesso cibo mangiato da noi con le accortezze di cui sopra.
I nostri bambini non sono nemmeno stati aiutati da una dentizione precoce, o quantomeno in linea con la loro età: i primi dentini del mio bambino hanno fatto la loro comparsa verso i 13/14 mesi e la mia bambina sta ancora aspettando i suoi primi dentini (ha 11 mesi). Vorrei rassicurare tutte le mamme che i bambini sono in grado di mangiare e masticare anche solo con le gengive. Ovviamente bisogna cercare di somministrare cibi di piccole dimensioni oppure di consistenza adeguata (sono bravissimi ad ammorbidire con la saliva e a mandare giù senza rischi).
Sono stata molto fortunata perché entrambi i bambini non hanno mai rifiutato il cibo proposto con il cucchiaio e mangiano tranquillamente (ecco, forse con questo caldo eccessivo non fremono dalla voglia di mangiare normalmente, ma è comprensibile).
Con il senno di poi mi rendo conto di aver preso alcuni aspetti dallo svezzamento tradizionale e altri dall'autosvezzamento, arrivando a crearne uno adatto ai nostri bimbi.
Nonostante abbiamo imboccato il nostro bimbo grande fino a quasi i 18 mesi (mi riferisco ai piatti che non avrebbe potuto mangiare con le mani), posso felicemente affermare che, intorno a quell'età, ha imparato benissimo ad usare le posate da solo e devo ringraziare di questo l'apprendimento per imitazione (ha voluto mangiare da solo dopo aver pranzato insieme ad un bambino di poco più grande che sapeva usare le posate).
Il mio consiglio (che si basa solo ed esclusivamente sulla mia esperienza) è di assecondare molto il bambino, di variare i cibi proposti (per loro è fondamentale abituarsi a sapori e consistenze diverse) e di vivere tutto con la maggiore serenità possibile.
Se si è più tranquilli seguendo un percorso lento e graduale, procedete pure in questo modo.
Se volete tentare un sentiero meno battuto, fatelo senza problemi.
Se volete far sperimentare il vostro bambino dandogli in mano il cibo e lasciandolo indipendente, fatelo pure (pulirete dopo).
Insomma voi conoscete il vostro bambino, siete voi i genitori e imparerete a conoscerlo di più attraverso il cibo.
martedì 7 luglio 2015
Idea regalo per una nascita
In una delle mie ricerche sul web, ho scoperto la serie di libri della scrittrice per bambini Emma Dodd e mi sono letteralmente innamorata del libro "Quando sono nato": un libro-poesia che celebra la nascita e quale migliore occasione per regalarlo a due neogenitori!
Della stessa collana esistono anche altri libri, molto belli sia per le illustrazioni che per il contenuto.
Se avete in mente un pensierino per dei bambini (e anche per i loro genitori), tenetene conto.
Nel budget che mi ero prefissata, avevo ancora qualche soldino da spendere e così ho deciso di aggiungere un completino (maglietta e leggins) per la bambina, cercando di scegliere con un minimo di criterio: vestiti non troppo pesanti, da poter usare quando la bambina avrà 4/5 mesi. Ho scelto un completo spezzato, in modo da poter usare i vestiti anche separatamente.
Ecco una visione d'insieme del regalo...
lunedì 27 aprile 2015
Mamma a tempo pieno, eccomi sono io!
Nessuna mamma è in cerca di complimenti per il suo lavoro, lo fa e basta, però mi ritrovo spesso a dovermi giustificare per aver deciso di rimanere a casa a crescere i bambini.
Lo ammetto, sono fortunata ad aver avuto la possibilità di scegliere e sono ancora più fortunata perché la nostra scelta (mia e di mio marito) non è stata dettata dall'esigenza di risparmiare i soldi del nido (avendo i nonni in buona forma per occuparsi dei bimbi) o da altre contingenze, semplicemente abbiamo deciso che i bimbi avessero un punto di riferimento fisso che li seguisse ogni giorno nella loro crescita e che si adattasse in tutto ai loro orari e ai loro bisogni.
C'è da dire che mio marito ha una condizione lavorativa un po' particolare: non ha orari fissi o comunque non li ha per tutta la settimana e così io mi adatto anche ai suoi orari che cambiano giorno per giorno.
Ammetto anche che alla base della nostra decisione ci fosse la mia volontà di crescere i bambini in prima persona, senza delegare ad altri il compito, di esserci per loro al 100% (lasciando forse i nonni con il disappunto di non poter essere nonni a tempo pieno).
Mi rendo conto che la nostra scelta possa essere considerata controcorrente di questi tempi, ma mi chiedo perché debba essere per forza giudicata dall'esterno.
Il mio lavoro di mamma non sarà considerato al pari di un lavoro normale, non viene nemmeno retribuito, però è pur sempre un lavoro ed è un lavoro che impegna 24 ore su 24, ogni giorno della settimana. Ovviamente ci sono dei momenti in cui posso staccare dal ruolo di mamma (anche se non si stacca mai veramente), ma sono dei momenti che imparo a crearmi giorno per giorno, approfittando dei riposini dei bambini o di un momento di tranquillità o magari svegliandomi prima al mattino per avere un po' di "privacy".
Ammetto che per me sia indubbiamente più facile gestire famiglia e casa non lavorando rispetto ad una mamma che invece lavora anche fuori casa, ma bisogna anche ammettere che, per chi rimane a casa, le possibilità di staccare davvero si riducono al minimo, che non si riesce a contribuire alle entrate familiari e che la propria vita viene scandita dagli orari dei bambini (non più dai propri).
Non rinnego la mia scelta, non chiedo nemmeno di essere considerata più di quello che sono, però non sopporto che il mio ruolo venga sminuito perché non lavoro fuori casa.
Il mio lavoro di mamma viene dato per scontato, come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma poi non viene minimamente considerato al di fuori.
Poco importa se ci si impegna per organizzare al meglio la casa, se si cerca di risparmiare di qua e di là, se si cerca di crescere i bambini con dedizione...mi sento comunque considerata una "nullafacente".
Poco importa se nel mondo del lavoro (quello vero, mica quello che faccio io) le mamme vengono discriminate in quanto mamme e tutte queste storie fanno passare la voglia di affacciarsi su quel mondo.
Poco importa se stare a casa con i figli comporta anche delle frustrazioni e delle sconfitte che nessuno riconoscerà e comprenderà da fuori perché in fondo fare la mamma è così "semplice" e "facile".
Chiedo solo un po' di solidarietà a chi condivide con me il ruolo di mamma, lavoratrice o meno.
Tu che lavori, perdi dei momenti con i tuoi bambini, ma hai la possibilità di realizzarti al di fuori del ruolo di mamma, hai il "permesso" di sentirti stanca a fine giornata, puoi parlare con altri adulti, puoi vedere il mondo che va avanti, puoi uscire di casa e delegare ad altri il compito di stare con i bambini.
Noi mamme a tempo pieno non possiamo sentirci stanche, dobbiamo imparare a ritagliarci dei momenti per non sentirci solo mamme, urliamo dalla mattina alla sera per farci capire dai bambini e cercare di educarli un minimo, perdiamo la pazienza mille volte al giorno, rileggiamo lo stesso libro in continuazione (tanto da leggerlo senza nemmeno girare le pagine), viviamo di routine quotidiane che sono la nostra salvezza, ma che rendono le giornate ripetitive.
Non rinuncerei ai momenti con i miei figli, sono momenti preziosi che non torneranno e che ho la fortuna di vivere in prima persona ogni giorno, ma so che insieme a queste ricchezze mi sobbarco anche la frustrazione di essere "soltanto una mamma".
mercoledì 1 aprile 2015
E poi ci sono quelle giornate un po' così...
E poi arrivano quelle giornate un po' così, in cui inesorabili scendono le lacrime anche per le cose più piccole e stupide.
Quelle giornate in cui basta un niente a buttarti giù e vorresti solo spegnere tutto per riprenderti.
Capricci, scenate, botte da un bimbo di 2 anni e mezzo che ti fanno sentire la mamma peggiore di questo mondo. Come se fosse solo colpa tua se non ti ascolta.
Le altre mamme sembrano tutte più brave e tu invece ti senti incapace, inadeguata, mai all'altezza della situazione.
Come se i bimbi delle altre fossero sempre perfetti, ascoltassero sempre la mamma.
Sai benissimo che non è così, ma inevitabilmente gli altri bambini sembrano più bravi, più ubbidienti.
E non capisci perché tuo figlio non ti ascolti, perché decida di ignorarti, perché arrivi a sfidarti.
Pensi di aver sbagliato qualcosa o forse tutto. Pensi di dover essere più severa, ma non ottieni niente lo stesso. E allora provi con la tecnica opposta, ma ti senti presa in giro.
E quindi? Che cosa si fa?
Si va avanti, si continua a crescere insieme, si prendono nuove strade, si impara dagli errori e si cerca di capire che la giornata storta capita a tutti, anche ai bambini di 2 anni e mezzo...
mercoledì 18 febbraio 2015
La scelta dell'asilo
Viviamo in un quartiere che, anche se molto popolato, è privo di tutti i servizi essenziali, compreso l'asilo.
Ammetto che, se avessimo avuto un asilo a due passi da casa, lo avremmo scelto con molta probabilità: non solo per la comodità di raggiungerlo a piedi, ma anche per dare la possibilità al nostro bimbo di conoscere i bambini che già vivono nel suo quartiere e di crescere insieme a loro.
Invece abbiamo dovuto guardarci intorno e la nostra scelta si è ristretta a due asili comunali che sembravano avere le caratteristiche per noi più importanti. Ovviamente nessuno dei due possiede tutte le caratteristiche che stavamo cercando, altrimenti la scelta sarebbe stata molto più semplice.
Ci è stata data la possibilità di visitarli entrambi, ma solo in uno abbiamo potuto portare il bambino con noi. Sicuramente questo è stato un punto a sfavore dell'asilo che aveva previsto una riunione solo per adulti. Per noi genitori è fondamentale vedere come il bambino interagisce con gli spazi, con i giochi, con le aule: è importante perché permette di immaginare il bambino in quel contesto.
Inutile dire che il mio bambino ha esplorato gli spazi in lungo e in largo, sembrava conoscesse l'asilo da sempre ed è stato emozionante vivere insieme questa esperienza.
Di fronte a questa scelta, mi sono resa ancora più conto di quanto stia crescendo il nostro bambino, del fatto che diventerà sempre più autonomo e che le nostre giornate insieme cambieranno.
Penso che l'asilo sia fondamentale per ogni bambino, che avere la possibilità di crescere insieme ad altri bambini sia un dono prezioso e sono davvero felice di poter fare questo regalo al nostro bambino, però è normale pensare che mi mancherà averlo in giro per casa, mi mancheranno i suoi sorrisi, le sue risate, il modo in cui riempie le giornate...
Messa da parte la nostalgia che già mi attanaglia (e mancano ancora 6 mesi...), io e mio marito abbiamo stilato una specie di lista per capire quali fossero i lati positivi di ciascun asilo.
In entrambi non è richiesto il grembiulino (che da piccola odiavo), i bambini mangiano in sezione e hanno la possibilità di fare il riposino e per tutti e due abbiamo ricevuto solo feedback positivi.
ASILO 1:
- facilmente raggiungibile (in macchina, in metro, in bici)
- spazi più grandi e colorati
- 6 sezioni, ma divise in 2 padiglioni; ogni padiglione contiene 75 bambini
- ogni sezione dotata del suo bagno personale e di un'ausiliaria per aiutare i bambini
- tanti laboratori (inglese, musica, cucina, giardinaggio, ecc.)
- aver vissuto l'asilo insieme al nostro bambino
ASILO 2:
- raggiungibile solo in macchina, ma si dovrebbe parcheggiare facilmente
- 2 sezioni, quindi in tutto 50 bambini
- vengono organizzate uscite per i bambini (grazie anche al contributo dei genitori)
- ogni sezione ha il suo bagno all'interno
- vengono organizzati laboratori e attività
- impostazione più rigorosa (con alcuni sistemi che permettono ai bambini di regolarsi da soli quando giocano evitando di fare confusione)
- ai bambini viene insegnato a svolgere alcuni compiti (per es. apparecchiare e sparecchiare, ecc.)
- nessun contrassegno
La nostra scelta è ricaduta sull'ASILO 2 per diversi motivi: l'ambiente più piccolo e familiare, ma comunque regolato è quello che mi ha fatto propendere per questo asilo (a parità di commenti positivi ricevuti da altre mamme). Inoltre la possibilità per i bambini di fare delle uscite è un ulteriore arricchimento di questa esperienza.
Ha contato anche il fatto che sia stato il nostro bambino a dire il nome dell'asilo al momento dell'iscrizione (nonostante non lo avesse mai visto).
Abbiamo preferito l'impostazione più rigorosa, ma comunque a misura di bambino.
Abbiamo espresso le nostre due scelte, dando la priorità all'ASILO 2, adesso dobbiamo aspettare di vedere le graduatorie...
Il mio consiglio per chi si ritrova a fare questa scelta è di chiedere pareri a genitori che stiano già portando i propri figli in quel determinato asilo in modo da capire che cosa venga offerto in maniera più pratica.
Bisogna restringere la scelta a quegli asili che ricevono maggiori feedback positivi e poi analizzare le caratteristiche di ogni asilo, valutando quali siano i punti a favore (per esempio: come si raggiunge, quante sezioni ci sono, come viene organizzata la giornata, dove vengono somministrati i pasti, ecc.).
Alla fine bisogna confrontare i punti a favore con quelle che sono per noi le caratteristiche imprescindibili del nostro asilo dei sogni e da lì iniziare a scegliere.
Se si ha la possibilità di portare anche il bambino a visitare l'asilo, consiglio di approfittarne.
E se proprio non sapete scegliere, chiedete al vostro bambino!
giovedì 5 febbraio 2015
TAG: Mommy scenario
Sono rimasta incuriosita dalle domande e mi è venuta voglia di rispondere, vediamo che cosa ne esce fuori.
Capitano anche lui i giorni no, in cui per ogni cosa c'è un capriccio e anche il pasto diventa un "no" continuo. Il più delle volte cerco di tenere duro e di fargli mangiare almeno un po' di quello che ho preparato, magari ricompensandolo con un pezzo di formaggio alla fine (il mio bimbo adora mangiare il formaggio alla fine del pasto).
Diciamo che ho avuto una fortuna pazzesca tra svezzamento e passaggio ai cibi "normali", il mio bimbo mangia veramente di tutto.
È una delle situazioni che più mi mortificano: non riuscire a tranquillizzare mio figlio quando fa una scenata, per di più con un pubblico...
Probabilmente cercherei di capire se si tratta solo di un capriccio o se invece sia stanco.
Se fosse un capriccio, sarei piuttosto severa: quindi farei la faccia arrabbiata, spiegherei al mio bambino che sta facendo arrabbiare la mamma e che se non la smette subito, tornati a casa, troverà un gioco in castigo.
Se invece si comportasse in quel modo per la stanchezza, credo che mi salverei dandogli qualcosa da mangiare (ovviamente se non si è a ridosso di pranzo o cena), so che non si dovrebbe, ma bisogna pur sopravvivere!
Per ora questa eventualità non si è ancora presentata perché il mio bimbo più grande ha quasi 2 anni e mezzo, è ancora nella fase in cui noi genitori possiamo pilotare la maggior parte dei regali. Nonostante questo, la nostra casa è abbastanza piena di giocattoli vari, quelli che sopporto poco sono i "plasticosi" che valgono poco e che ripetono diecimila volte la stessa musichetta fastidiosa. Ne ho già buttati tanti perché già dopo il primo utilizzo cominciavano a perdere pezzi o a scaricarsi.
Ben vengano invece giochi come puzzle e incastri, giochi di legno (adoro quelli di Ikea), mattoncini per costruire.
Se arrivassero troppi giochi al compleanno, penso che li terrei e ne metterei qualcuno da parte. In realtà faccio già così con alcuni giochi così anche il mio bambino si concentra su quelli che gli piacciono di più in quel momento e poi può andare a prendere quello meno usati quando vuole (a patto di rimetterli a posto...lo so, sono fissata!).
Di solito si sveglia se ha qualcosa, se sta poco bene o se durante il giorno è successo qualcosa che lo ha scosso.
Il più delle volte ci sediamo accanto al suo lettino e cerchiamo di farlo riaddormentare con coccole e carezze. Io e mio marito cerchiamo di darci il cambio se ci sono più risvegli.
La tv non la prendiamo nemmeno in considerazione.
L'opzione lettone per lui non esiste, a meno che non stia veramente male e quindi non possa opporre resistenza.
Invece con la piccola (di 6 mesi) tentiamo di farla stare nel suo lettino, ma se proprio non c'è verso che si calmi e torni a dormire, la portiamo nel lettone per farla riaddormentare e poi lo rispostiamo nel suo lettino. Credo che in 6 mesi sia stata più volte lei nel lettone che il fratello più grande in quasi 2 anni e mezzo.
La bimba piccola posso portarla ovunque senza problemi.
Il bimbo più grande diventa più difficile da gestire.
Quindi direi che dipende dall'appuntamento e da quale figlio devo portarmi dietro.
Per fortuna esistono mariti bravi e comprensivi come il mio che mi aiuta!!!
Riordino stile "maniaca ossessiva compulsiva"!!! È più forte di me, non sopporto il disordine, a maggior ragione se viene qualcuno a trovarci. Anche con il mio bimbo più grande insisto perché rimetta a posto i giochi che non sta usando e perché impari a sistemare in modo ordinato (ogni gioco ha il suo posto, così è anche più facile per lui ritrovarli quando gli servono)
Avendo i capelli molto corti, devo scegliere per forza i capelli perché si vedrebbe subito che hanno bisogno di una piega. Essendo corti però, ci metto veramente poco a lavarli e asciugarli, quindi mi rimane qualche minuto per rendermi presentabile anche con il trucco (bb cream, mascara, blush e un po' di burrocacao).
Se proprio avessi i minuti contati, sicuramente penserei ai capelli.
Purtroppo mi capita spesso di vedere genitori o nonni che lasciano i bambini liberi di fare tutto e che poi li giustificano per qualunque cosa. Una volta mi è capitata una mamma che chiedeva al mio bambino di 2 anni di non prendersela se il suo gli toglieva i giochi di mano perché quella mattina si era svegliato nervoso...
mercoledì 21 gennaio 2015
Sei mesi di te, sei mesi di noi
Quasi non ci siamo accorti del tempo che è passato, sei mesi fa sei entrata nella nostra famiglia ed è come se ci fossi sempre stata.
Prima che tu nascessi, leggevo di altre mamme che raccontavano dell'amore che si moltiplica quando arriva un nuovo membro nella famiglia ed io non riuscivo a capire, non potevo nemmeno pensare di amare qualcuno come amavo tuo fratello e invece...appena ho visto i tuoi occhi, appena ho sentito la tua voce per la prima volta (e che voce!), il mio cuore si è innamorato per la terza volta (la prima con il tuo papà, la seconda con tuo fratello e la terza con te).
Solo in quel momento ho capito che l'amore può davvero moltiplicarsi, può crescere così tanto da far credere che possa esplodere da un momento all'altro.
Ed eccoci qui, al nostro primo giro di boa: 6 mesi insieme e sono volati.
Tu ci hai reso chiaro fin da subito che non sei una bambina come le altre, che tu hai già la tua indipendenza, ma a poche settimane hai cercato di adattarti a noi e ai nostri orari. Tu che da sola hai deciso di evitare il pasto notturno, tu che ti arrabbi se ti tengo attaccata al seno anche un secondo in più del necessario, tu che sorridi ogni volta che vedi tuo fratello, tu che stai tranquilla nella culla ad osservarci e ci lasci il tempo per mangiare e per star dietro a tuo fratello.
Con te è come se vivessi un'altra maternità: mi lasci il tempo per fare e disfare, ma se ti arrabbi, non c'è verso di calmarti se non prendendoti in braccio.
Tu che sei già così indipendente, ma che piangi se ti lascio da sola con i nonni.
Tu che non sei mai stata una mangiona, ma che le pappe le apprezzi e le finisci di gusto.
Tu che sei sempre calma e tranquilla, ma quando ti incazzi, ti incazzi di brutto.
Tu che mi guardi e sorridi ed io non posso che sciogliermi in quel sorriso.
Tu che ci hai fatti innamorare tutti di te...
Buoni primi sei mesi di vita, amore nostro...
giovedì 15 gennaio 2015
Non possiamo permetterci più di un giorno di malattia
Scrivo questo post distesa a letto con la febbre che pian piano si sta abbassando (santa tachipirina) e con i polmoni che si liberano e tornano a farmi respirare normalmente.
Pure noi ci siamo beccati questa maledetta influenza che sta girando adesso: l'unica a scamparla è stata la bimba piccola, di 5 mesi e mezzo (si pensa che così piccoli siano fragili e invece sembra che lei sia riuscita a non prendersi questo virus).
Quindi all'appello abbiamo due adulti di 29 anni e un bimbo di 2 anni che si sono beccati febbre, tosse, mal di testa, indolenzimenti vari. Insomma tutto il repertorio classico dell'influenza.
Ma questa influenza è particolarmente bastarda perché ti fa credere di essere passata e poi ti tormenta di nuovo con la febbre che pensavi fosse scesa e invece no, eccola lì la linea del termometro che sale e sale oltre i 38 e arriva quasi a 39...
Per una questione di mera fortuna, ci siamo ammalati a giorni alterni o comunque quando uno stava peggio, gli altri sembravano stare meglio e così a giro.
Mi sono potuta permettere di rimanere a letto un intero giorno quando ho avuto la febbre sopra i 39, anche perché credo che sarei collassata da qualche parte se mi fossi alzata e tutto grazie ad un marito fantastico che si è preso cura dei bambini mentre io facevo la moribonda a letto.
Ho la fortuna di avere un marito che non solo mi aiuta in tutto e per tutto con i bambini, ma che sopporta la malattia in modo esemplare. Basti sapere che è la prima volta che prende i giorni di malattia al lavoro da 10 anni (cioè da quando ha iniziato a lavorare).
Nonostante io sia incredibilmente fortunata avendo un marito così premuroso, sono arrivata alla conclusione che noi mamme non possiamo permetterci più di un giorno di malattia.
Dopo solo un giorno ho notato che la tensione in casa stava aumentando, che mio marito si stava affaticando e questo non lo avrebbe aiutato con la guarigione, che il mio bambino più grande faceva capricci per niente, che la mia bimba più piccola era un po' nervosa (lei che è la calma e la tranquillità fatte persona). Come se la mancanza di un elemento nella nostra equazione di famiglia, scombinasse tutto e tutti e il risultato alla fine non tornasse.
Questo post non nasce dalla voglia di celebrare le mamme come esseri insostituibili, ma dalla necessità di proteggere questi esseri e rendersi conto che forse qualcosa dovrebbe cambiare.