venerdì 12 dicembre 2014

Di post parto, specie protette e affini

Questo post nasce un po' per sfogarmi (che poi credo sia il senso più profondo di ogni blog personale) e un po' per aiutare le neomamme che si ritrovano a fare i conti con qualcosa che non avevano previsto durante i nove mesi di attesa.
Quando finalmente si puo stringere tra le braccia quell'esserino che è pazientemente cresciuto nella propria pancia, ci si ritrova a vivere emozioni molto contrastanti: felicità mista a paura...paura di sbagliare, paura di non essere all'altezza del ruolo di mamma, paura di perdere se stesse, paura nel vedere il proprio riflesso allo specchio. Ci si riconosce ancora, ma è tutto cambiato, noi siamo cambiate e tutto questo può spaventare.
Quando ho partorito il mio primo bimbo, ero felicissima, vivevo quella felicità che non si può descrivere a parole, ho provato un amore che non credevo esistesse e poi...sono tornata a casa.
Non so se ho davvero sofferto di depressione post parto, so che, tornata a casa, mi sono spesso sentita sopraffatta da tutte le emozioni che stavo vivendo.
Spesso mi domandavo "ho aspettato tanto per poterlo stringere tra le braccia e adesso che cosa faccio? Piango, sono triste, mi sento svuotata?".
Più il bimbo piangeva (odiose coliche), più io piangevo e mi sentivo totalmente inadeguata come mamma.
All'inizio bisogna anche fare i conti con la stanchezza fisica e mentale che sicuramente aumentano con l'allattamento. Penso di essere stata fortunata ad aver avuto la possibilità di allattare, sicuramente mi ha aiutata con il senso di inadeguatezza che provavo, ma ho sempre pensato che l'allattamento sia un grosso impegno (fisico ed emotivo) e che non ci si debba accanire, soprattutto a scapito della propria serenità. Nella mia esperienza posso dire che allattare ha prosciugato le poche energie che avevo nei primi mesi, ma dall'altra parte mi ha anche aiutata ad appropriarmi del mio ruolo di mamma. Mi sentivo inadeguata in tutto, ma almeno in quella cosa mi sentivo a mio agio, la vivevo in modo naturale e spontaneo, come se l'avessi sempre fatto. Sono stata doppiamente fortunata perché il bimbo si è attaccato subito, senza problemi e l'allattamento è proseguito senza intoppi.
Allattare in modo naturale o artificiale è una scelta che spetta ad ogni mamma, ogni modo ha i suoi pro e i suoi contro, sta a noi scegliere serenamente quale sia quello più giusto per noi e per il nostro bambino.
La mia esperienza di allattamento è stata sicuramente positiva, ma ammetto di aver avuto una gran fortuna.
Quel senso di inadeguatezza che provavo però non è svanito, con il tempo ho imparato a conviverci e soprattutto ho capito che avevo bisogno di fare esperienza come mamma, ogni giorno apprendevo qualcosa di nuovo sul mio bambino e sul mio ruolo, piano piano ho imparato a prendermi cura di lui e di me.
Non è stato facile, all'inizio mi sembrava di non avere tempo nemmeno per togliermi il pigiama e vestirmi. Mi sembrava di non essere più padrona del mio tempo, del mio corpo, della mia vita.
Ammetto di essermi annullata in quei primi mesi, di essere diventata l'ombra di me stessa e mi chiedo come abbia fatto mio marito ad avere la pazienza di starmi accanto e supportarmi nonostante cambiassi umore ogni 10 minuti e volessi escludere il resto mondo fuori dalla porta.
Serve che qualcuno lo dica e mi sa che toccherà a me: il 99% delle neomamme (al primo figlio) non vuole vedere nessuno nelle prime settimane, vorrebbe prendersi una vacanza in qualche posto sconosciuto accompagnata solo da pupo e marito/compagno/partner, magari un posto in cui non debba preoccuparsi di faccende domestiche e altri compiti "ingrati".
Questo potrebbe accadere nel mondo ideale, mentre nel mondo reale bisogna fare i conti con le numerose persone che vogliono venire a far visita e con l'impossibilità di rifiutare. Vi assicuro che ci ho provato in tutti i modi, ma questo concetto non arrivava, soprattutto ai nonni.
Mi è successo con mia mamma che mi chiedeva di invitare amici e amiche di famiglia, con mio suocero che trovava assurdo non poter venire a trovare il nipotino, con parenti meno stretti che si risentivano se non si rispondeva al telefono.
Vorrei avvertire tutte le neomamme di una cosa: preparatevi perché, anche se vi chiederanno il permesso per venire a trovarvi, voi non potrete rifiutare e se lo farete, vi faranno sentire in colpa e inadeguate rispetto alle altre mamme.
Ricordo ancora i racconti di mia mamma su questa fantastica mamma che aveva partorito il mio stesso giorno e che dopo poche settimane portava il bimbo al concerto di Ennio Morricone e affrontava un trasloco con pupo appresso, mentre io facevo fatica persino a prepararmi un piatto di pasta e a passare dal pigiama alla tuta.
Diciamolo una volta per tutte: noi mamme siamo esseri sensibili e meritiamo di essere salvaguardate come una specie protetta!
Le neomamme sono una specie protetta che andrebbe difesa dalle orde di parenti/amici bramosi di vedere il nuovo arrivato e sempre prodighi di consigli non richiesti (e spesso pure infondati).
Noi per prime vediamo che le altre mamme sono più brave, più pazienti, più in forma, più disponibili, più sorridenti, non serve che anche gli altri ce lo ricordino.
Un consiglio spassionato a tutte le neomamme: non fate confronti con le altre mamme né tanto meno con i loro figli. Ogni mamma e ogni figlio sono esseri unici, che meritano solo amore e rispetto.
Affrontate quel delicato periodo che è il post-parto senza crearvi troppe aspettative, vivete tutto giorno per giorno, ascoltate voi stesse e non abbiate paura di scontentare gli altri, chiedete supporto a chi vi sta accanto e condivide con voi il ruolo di genitore. Quei primi momenti meriterebbero di essere vissuti serenamente o almeno senza pressioni esterne.
Troverete sempre qualcuno pronto a dirvi come tenere il bambino, come farlo mangiare, come interpretare i suoi pianti e voi dovrete fregarvene e andare avanti per la vostra strada. In questi due anni e tre mesi ho capito che si impara a fare la mamma solo con l'esperienza, con la propria esperienza. I consigli possono essere utili, ma solo se voi per prime li condividete.
Volete allattare e la situazione è favorevole? Fatelo serenamente, se incontrate qualche intoppo chiedete aiuto. Vi rendete conto che l'allattamento non è la vostra strada, non accanitevi e non lasciate che si accaniscano gli altri, esiste il latte artificiale che può soddisfare il vostro bambino.
Volete tenere il bambino in braccio 24 ore al giorno? Fatelo, non diventerà viziato, capriccioso, mammone per questo.
Volete tenerlo nella culla anche se piange perché non ce la fate più a cullarlo in continuazione e magari volevate farvi una doccia? Lasciatelo nella culla a piangere un pochino, non succede niente.
Prendete i consigli che vi arriveranno e se li trovate utili, fatene tesoro, altrimenti potete anche chiedere a tutti di farsi i fatti propri.
Sbaglierete, mettetelo in conto, ma da ogni sbaglio imparerete qualcosa.
E con il vostro bagaglio di esperienze e di sbagli, di piccole e grandi conquiste, di successi e di insuccessi, comincerete a prendere confidenza con il vostro ruolo di mamma.

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