lunedì 19 agosto 2013

"Sono incinta!" "Ah", le reazioni quando abbiamo dato la notizia della gravidanza


Questo post arriva con un certo ritardo rispetto alla data degli eventi, ma vorrei togliermi qualche sassolino dalla scarpa...

Si torna indietro nel tempo, all'inizio del 2012: io e il quasi marito, dopo aver deciso di provare ad avere un bambino, facciamo il benedetto test e scopriamo che la sottoscritta è incinta! Felicità, gioia, commozione, si alternano a pensieri come "avremo preso la decisione giusta" e "adesso come lo diciamo alle nostre famiglie".
Decidiamo di dirlo subito, dopo aver fatto le analisi del sangue e aver avuto la conferma definitiva della presenza del nostro cucciolino.
I nostri genitori, nonché futuri nonni accolgono la notizia con gioia, anche i nostri fratelli, solo mio fratello più piccolo ci chiede se ce la faremo economicamente (come se fosse possibile fare un calcolo del genere!).
Decidiamo (cioè io decido) di aspettare almeno un mese prima di dirlo agli altri e così si arriva quasi alla fine di febbraio: congratulazioni da parte di tutti i parenti e da quasi tutti gli amici finché arriva Lei, l'ormai soprannominata gattara (ma questa è un'altra storia) che smorza qualunque entusiasmo con la sua faccia perplessa di fronte alla notizia e lo sconcerto nel sapere che non è stato un errore, ma una scelta voluta. Adesso, parliamoci chiaro, o si è incredibilmente sfigati (preservativo che si rompe, pillola che non funziona, congiuntura astrale non favorevole) o non è possibile che si rimanga incinta per caso! Siamo due soggetti adulti, consenzienti, abbastanza intelligenti da sapere come si possa evitare una gravidanza a sorpresa e poi non posso credere che nel 2013 (nel nostro caso 2012) ci sia ancora qualcuna che rimane incinta per caso, senza saperlo...in fondo lo sai se hai "rischiato"!
Comunque la parte peggiore non è questa...
Descrivo meglio la situazione: io, futuro marito, amico e amica intorno al tavolo. L'amico si alza, ci abbraccia e con gli occhi lucidi ci fa le congratulazioni...io quasi mi emoziono...e poi guardo Lei, seduta sulla sedia, anzi sarebbe meglio dire appiccicata alla sedia che non si complimenta con noi, ma con se stessa per aver vinto la scommessa su quale fosse la notizia che dovevamo dare. A fine serata, al momento dei saluti, si scusa per non essersi alzata (al momento della congratulazioni) adducendo la stanchezza data dall'essersi svegliata presto per andare in palestra (evidentemente le cose importanti sono altre, ma io non l'ho ancora capito).
Passano i giorni e a me la sua reazione proprio non è piaciuta, così le scrivo e le chiedo perché abbia reagito in quel modo, spiegandole che nessuno ha avuto la sua reazione e che quindi non riesco proprio a capire. Dopo vari tentativi di rimandare questa spiegazione, finalmente chiarisce che la reazione (potremmo dire fredda, se non glaciale) è stata determinata da un ragionamento che ha fatto (suppongo in due nanosecondi visto che è avvenuta subito dopo la notizia) sulla nostra situazione lavorativa/economica (farsi i cavoli propri, no, eh?!?). Premetto che non abbiamo problemi economici, abbiamo la fortuna di avere una casa nostra (in cui conviviamo da 3 anni ormai), il mio quasi marito ha un lavoro a tempo indeterminato e un altro lavoro da collaboratore (che ovviamente sarebbe il lavoro dei sogni, ma si sa che c'è la gavetta), abbiamo alle spalle due famiglie presenti, io non ho ancora finito l'università, ma non si può avere tutto dalla vita!
Comunque torniamo al ragionamento degno di Piero Angela: siccome io e il quasi marito non andiamo spesso al cinema o a mangiare la pizza fuori, lui ha due lavori, io sto ancora studiando, Lei ha dedotto che allora abbiamo problemi di soldi, perché mai ci è venuto in mente di mettere al mondo un figlio?!? Insomma, un figlio si programma solo quando sono a posto casa, lavoro (cioè si è affermati, mica "pezzenti" come noi), soldi e qualunque altra cosa materiale vi venga in mente, quando è il "momento giusto" (come se esistesse), mica quando ci si ama profondamente e si vuole portare avanti un progetto di vita insieme.
Di fronte ad un ragionamento del genere come si può rimanere impassibili, come si può lasciar correre?!? E infatti non ho proprio lasciato correre, anzi ho chiesto gentilmente alla suddetta persona di evitare ragionamenti del genere dato che non le competono e di rispettare il periodo che stavamo vivendo. Dato che non mi ha nemmeno chiesto qualcosa riguardo alla gravidanza, ho dedotto che non fosse molto interessata e le ho fatto notare questa cosa.
Una persona sensibile si sarebbe accorta dell'errore fatto e avrebbe cercato di rimediare stando accanto alla propria amica, ma io mica potevo essere così fortunata!
Mi sono sentita rinfacciare cose assurde, addirittura se ne è uscita con una frase tipo "che cosa ti aspettavi? domane quotidiane sul tuo stato? essere incinte non è essere malate" e poi la migliore di tutte "è qualcosa che, prima o poi, capita a tutti".
Di fronte a cotanta insensibilità non ho potuto fare altro che accogliere il suo invito ad andare ognuna per la propria strada sapendo di non aver perso un'Amica, ma soltanto una conoscente con cui si passava insieme qualche ora.

Purtroppo con la gravidanza si arriva a mettere in discussione tutto e tutti, soprattutto se stessi, si comincia a ragionare su quali siano le cose veramente importanti, su quali siano le persone con cui condividerle, sulle cose a cui non si può proprio rinunciare e quelle che possono finire nel cestino e nel dimenticatoio.
Penso di non essere l'unica ad aver vissuto tutto ciò.
So che non dovrebbe essere così, ma quando si è incinte si diventa il centro del proprio mondo (e, si spera, del proprio compagno), ci si aspetta che le persone accanto a te ti coccolino e ti stiano accanto e ci si rende conto di chi tiene davvero a te, a quello che stai vivendo e chi, invece, pensa solo a se stesso.
La mia è stata tutto sommato un'esperienza divertente, almeno adesso ci rido sopra e capisco di non aver perso molto, ma comunque un'insensibilità così stupida e cieca ferisce se viene da qualcuno che ti conosce da anni, con cui hai condiviso anni di (quella che credevi) amicizia.

Degno di nota il suo moroso (il gattaro ovviamente) che ci ha visti una ventina di giorni dopo aver dato la notizia a lei e non ci ha detto niente se non un congratulazioni al momento dei saluti (si vede che per loro i saluti sono un momento in cui dire qualcosa di importante e significativo). Non un messaggio sfigato in venti giorni, non una telefonata, non una mail, non un messaggio di fumo, non un piccione viaggiatore.
Lo stesso stupendo personaggio ha pure avuto il coraggio di chiedere perché non avessi incluso il bambino nel messaggio di auguri per il suo compleanno...beh, posso solo dire, che si sono trovati!
Auguro una lunga vita felice ai gattari!!!







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