mercoledì 8 luglio 2015

Lo svezzamento dei miei bambini (non c'erano abbastanza post sull'argomento)

Toccherò uno di quegli argomenti che infuocano gli animi e fanno partire discussioni interminabili, che dividono i genitori in due fazioni opposte e che innescano una lotta, senza esclusione di colpi.
Ebbene sì, parlerò dello svezzamento dei miei bambini.
Partiamo dal presupposto che la mia pediatra ci ha lasciato giusto una pagina con qualche indicazione essenziale e ci ha elargito un paio di consigli sullo svezzamento per poi lasciare a me e a mio marito ampia possibilità di scelta e di manovra.
Altra doverosa premessa riguarda il fatto che abbiamo iniziato uno svezzamento precoce con entrambi i bambini: il mio bimbo più grande manifestava interesse e curiosità verso il cibo già a 3 mesi e così abbiamo iniziato poco prima dei 5 mesi. Allo stesso modo ci siamo mossi con la bimba più piccola, partendo con lo svezzamento intorno ai 5 mesi.
Se avessi potuto, avrei intrapreso volentieri la strada dell'autosvezzamento, ma con il primo bimbo non sapevo nemmeno che esistesse (salvo poi rendermi conto che in parte lo stavo attuando anche io) e con la seconda non ho avuto voce in capitolo, da quando è nata ha sempre deciso lei quanto e come mangiare (da sola si è staccata dal seno a 8 mesi e mezzo lasciandomi in crisi e pensare che avrei voluto proseguire l'allattamento almeno fino all'anno).
Fatte queste doverose premesse, racconto la mia esperienza (doppia) con lo svezzamento.
Non ho mai amato le pappine, le cremine e compagnia bella, ma ammetto di averlo utilizzate (mea culpa) all'inizio. Appena ho potuto, sono passata a far mangiare ai miei bimbi pastine o riso sempre accompagnati da verdure, carne o pesce o formaggi o qualunque altra cosa mi venisse in mente.
Non ho mai, e sottolineo mai, introdotto un alimento per volta, sarebbe stato impossibile e lo trovavo abbastanza inutile. Ovviamente non ho nemmeno esagerato introducendo troppi alimenti tutti insieme. Ho prestato attenzione agli alimenti più a rischio di allergie ed ho evitato quelli che consideravo poco salutari (cioccolato, salame, fritti)
Diciamo che la nostra linea guida è sempre stata il buon senso.
Per quanto possibile, abbiamo cercato di usare prodotti freschi, ma non abbiamo disdegnato neanche gli omogeneizzati (i primi mesi), ad un certo punto ho anche iniziato una modesta produzione in casa di omogeneizzati (degna di uno scaffale del supermercato).
Abbiamo assecondato il più possibile la crescita e la curiosità dei nostri bimbi, proponendo cibi vari e abbastanza sani (senza fritture, senza abbondare con i grassi, poco salati).
Appena è stato possibile, abbiamo iniziato a dare ai nostri bambini lo stesso cibo mangiato da noi con le accortezze di cui sopra.
I nostri bambini non sono nemmeno stati aiutati da una dentizione precoce, o quantomeno in linea con la loro età: i primi dentini del mio bambino hanno fatto la loro comparsa verso i 13/14 mesi e la mia bambina sta ancora aspettando i suoi primi dentini (ha 11 mesi). Vorrei rassicurare tutte le mamme che i bambini sono in grado di mangiare e masticare anche solo con le gengive. Ovviamente bisogna cercare di somministrare cibi di piccole dimensioni oppure di consistenza adeguata (sono bravissimi ad ammorbidire con la saliva e a mandare giù senza rischi).
Sono stata molto fortunata perché entrambi i bambini non hanno mai rifiutato il cibo proposto con il cucchiaio e mangiano tranquillamente (ecco, forse con questo caldo eccessivo non fremono dalla voglia di mangiare normalmente, ma è comprensibile).
Con il senno di poi mi rendo conto di aver preso alcuni aspetti dallo svezzamento tradizionale e altri dall'autosvezzamento, arrivando a crearne uno adatto ai nostri bimbi.
Nonostante abbiamo imboccato il nostro bimbo grande fino a quasi i 18 mesi (mi riferisco ai piatti che non avrebbe potuto mangiare con le mani), posso felicemente affermare che, intorno a quell'età, ha imparato benissimo ad usare le posate da solo e devo ringraziare di questo l'apprendimento per imitazione (ha voluto mangiare da solo dopo aver pranzato insieme ad un bambino di poco più grande che sapeva usare le posate).
Il mio consiglio (che si basa solo ed esclusivamente sulla mia esperienza) è di assecondare molto il bambino, di variare i cibi proposti (per loro è fondamentale abituarsi a sapori e consistenze diverse) e di vivere tutto con la maggiore serenità possibile.
Se si è più tranquilli seguendo un percorso lento e graduale, procedete pure in questo modo.
Se volete tentare un sentiero meno battuto, fatelo senza problemi.
Se volete far sperimentare il vostro bambino dandogli in mano il cibo e lasciandolo indipendente, fatelo pure (pulirete dopo).
Insomma voi conoscete il vostro bambino, siete voi i genitori e imparerete a conoscerlo di più attraverso il cibo.


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